L’imponente palazzo che delimita Piazza Vittorio Veneto sul lato Ovest è l’antico Convento dell’Annunziata, terminato nel 1748 come nuova sede delle suore Claustrali Domenicane. La costruzione sorse poco al di fuori della “porta Maggiore” chiamata anche “della Bruna”, demolita nel 1820, nella contrada “Fontana della Torre”, dove le monache possedevano un’orto. Il progetto originario, steso nel 1734 da Vito Valentino di Bitonto, fu portato a termine da Mauro Manieri di Nardò, architetto molto attivo nel barocco leccese.
La facciata del palazzo si sviluppa su due ordini, ed è ritmata da una serie di marcapiani e arcate, l’ultima serie delle quali mostrano lo sfondo del cielo e nascondono un roof garden che ospita un caffè dal quale è possibile godere di una visuale mozzafiato che va dall’affaccio dulla piazza e sugli ipogei, ai sassi e alle spalle, a perdita d’occhio, l’altopiano murgico. L’arcone centrale nasconde una chiesa, mai officiata, progettata bel 1844 dall’ingegner De Giorgi in stile neoclassico, utilizzata dapprima come luogo di riunioni e attualmente come cinema, nel quale sono ancora visibili le maestose colonne in pietra bianca.
La costruzione venne utilizzata come convento sino al 1809, anno della soppressione degli ordini monastici, poi divenne sede Tribunale, dell’Ufficio del Registro e del Bollo, ancora dopo fu sede di scuole elementari e medie, fino a essere ultimamente restaurato per diventare attuale sede della biblioteca provinciale, intitolata a Tommaso Stigliani, poeta materano del 600, che custodisce 250 000 volumi, tra cui preziosi manoscritti, incunaboli, pergamene e cinquecentine, oltre a contenere una Mediateca attrezzata con tecnologie all’avanguardia.
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