La chiesa è tappa d’obbligo durante la visita di Via Ridola, la direttrice principale della dorsale settecentesca della città. Costruita fra il 1725 ed il 1747 con i contributi della Confraternita del Purgatorio e dei cittadini. Il disegno è dell’ingegnere Giuseppe Fatone di Andria. La facciata è opera di Vitoantonio Buonvino e Bartolomeo Martemucci, ed è convessa. Tutte le decorazioni presenti, di stampo barocco, si incentrano sul tema della morte e della redenzione delle anime. Nella parte superiore compaiono angeli, cesti di frutta e penitenti avvolti dalle fiamme. Al centro campeggia la Madonna col bambino.
Ma la parte più interessante è la parte inferiore. Al centro vi è un bellissimo portale in legno diviso in 36 riquadri. Riporta nei riquadri superiori i teschi di regnanti e prelati morti, e nella parte bassa i teschi dei comuni cittadini. Sopra il portale, l’iscrizione: MISEREMINI MEI MISEREMINI MEI SALTEM VOS AMICI MEI. In due nicchie laterali sono presenti le statue di San Michele Arcangelo (a sinistra) e l’Angelo cutode (a destra).
L’interno è a croce greca sormontata da una cupola ottagonale in legno poggiata su un tamburo circolare con capitelli corinzi. Le pareti sono stuccate e ritmate da fregi e da tre altari con dipinti del Settecento.
Sull’altare maggiore, ad esempio, una tela raffigura San Gaetano che intercede presso la Madonna per le anime del purgatorio. Sull’altare di sinistra, San Nicola da Tolentino e le anime purganti.
Sulla controfacciata è presente un organo del Settecento con medaglioni dipinti raffiguranti Santi. L’interno, pur se di dimensioni ridotte, appare grandioso per i giochi di luce e i fregi che lo ornano. Di altissima importanza, otto tele dipinte da Francesco Oliva nella seconda metà del Settecento, fra cui il Cristo Deriso.
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